Braulio: amaro valtellinese da scoprire

Amaro valtellinese
Il Braulio è il più famoso e rappresentativo degli amari di Valtellina. Ecco come si prepara, perchè è così apprezzato e come scoprirlo
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Liquore Braulio alle erbe: il nettare di Bormio

Il Braulio che beviamo oggi è lo stesso delle sue origini, con tutti gli aromi delle erbe, bacche e radici che racchiude in sè e che rappresentano l’essenza del Parco Nazionale dello Stelvio.
La ricetta, tramandata di padre in figlio, è segreta ma il procedimento di produzione è noto e molto ferreo: solo così si ha la certezza di offrire un prodotto unico in grado di farsi interprete di un territorio autentico.

Ricetta segreta, ingredienti noti

Come anticipato, la ricetta non può essere diffusa, ma è l’Azienda stessa a rendere noti gli ingredienti dell’amaro: Assenzio, Achillea Moscata, Ginepro e Genziana sono le erbe raccolte e trattate per realizzare l’Amaro Braulio.

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Procedimento e gradazione

Dopo l’accurata selezione di erbe, piante, radici e bacche, si procede alla loro pulizia ed essiccazione, per poi macinarle con il mortaio.
Si passa così all’infusione- ideo alcolica, che dura almeno 30 giorni. Il liquido così ottenuto verrà filtrato e diluto per consentire alla gradazione alcolica di raggiungere i 21%. Ma il Braulio non è ancora pronto per essere gustato perchè, prima, deve invecchiare nel sottosuolo di Bormio, all’interno di botti di rovere di Slavonia
questo punto, il liquido è pronto per essere trasferito nelle botti e conservato per almeno 15 mesi nelle cantine Braulio, che si snodano nel sottosuolo del centro storico di Bormio.

Bormio e il suo amaro

Braulio Riserva speciale

La Riserva del Braulio è una chicca ancor più speciale del Braulio stesso. Prima di essere messo in commercio, infatti, questo amaro deve riposare almeno 24 mesi nelle botti di rovere di Salvonia. Rispetto al Braulio base, la riserva ha un sentore ancora più balsamico, intenso e rinfrescante di erbe aromatiche, bacche e radici e risulta arrotondato dal lungo periodo di invecchiamento in botte.

Le cantine del Braulio

La storia del Braulio comincia, prima metà del XIX secolo nella farmaci del Dott.Giuseppe Peoni, ubicata a Bormio, sullo Stelvio. Tutto comincia a Bormio, una piccola città alpina sui pendii dello Stelvio, nella farmacia del dottor Giuseppe Peloni. Esperto in in poante ed erbe aromatiche, il Dott.Peloni tramanda al figlio Francesco tutta la sua sconfinata conoscenza in materia. Nel 1875, Francesco Peloni, dopo moltissimi esperimenti, crea la ricetta dell’Amaro Braulio che poi passerà al figlio Attilio che avrà il grande merito, se non di averlo creato, di farlo conoscere al mondo.
Egidio Tarantola Peloni è stato patron dell’azienda fino al 2018, anno della sua scomparsa e del passaggio di testimone al Edoardo.
Al momento in cui scriviamo, l’azienda è in ristrutturazione ma molto presto riaprirà le porte agli appassionati su prenotazione.

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