Si trova in Località Gallo di Coazzolo (AT) e lascia tutti senza fiato: è la Chiesa della Beata Maria Vergine del Carmine, ormai da tutti conosciuta come la Cappella del Moscato.
Ecco cosa sapere e come scoprirla in un pomeriggio tutto dedicato all’arte e al vino.
La Chiesa della Beata Maria Vergine del Carmine: l’arte nel regno del vino
Edificata nel 1689, questa chiesa, a differenza di quanto potrebbe far pensare il suo aspetto, è attualmente consacrata.
Una chiesetta di campagna curata dall’impegno dei sacerdoti e dalla devozione dei fedeli. Ecco cos’era questa chiesa, prima di essere invasa dall’arte di David Tremlett.
cantine da visitare
Quando il Wall Drawing di Tremlett entra in vigna
Da quando Silvano Stella, nel 2017, decise di affidare la Chiesa della Beata Vergine del Carmine a Tremlett e a Sol Le Witt, questa, per tutti diventa la Cappella del Moscato. L’artista non era nuovo ad opere come queste, visto che già aveva valorizzato la celebre Cappella delle Brunate a La Morra.
La tecnica del wall drawing, applicata alle pareti esterne di questa chiesa di campagna, mira a dare forza e materia a forme e a color che si amalgamano coi paesaggi circostanti.
300 mq di superficie colorati con colori volti a stimolare l’empatia: Giallo, ocra, arancione, grigio, terre di Siena e verde oliva, in un’evocazione del susseguirsi incessante delle stagioni e del contrapporsi, volto alla fusione, tra uomo e natura.
Come arrivare
Dal centro abitato di Coazzolo, si prosegue sulla Strada Provinciale per circa 300 Mt, prima di svoltare su una strada sterrata. Eccoci giunti alla Panchina Gigante di Coazzolo, dove la foto di rito è d’obbligo. Da lì, si risale verso le SP 36B in direzione Mango e, dopo essersi lasciati alle spalle la Chiesa di San Martino, di imbocca il sentiero sterrato sulla destra che, solcando vigneti e noccioleti, porta dritto alla Cappella del Moscato.
Se invece non si ama camminare, si può arrivare in auto fino davanti alla Chiesa, dove un piccolo spiazzo può accogliere alcune auto.

Wall Art tra Langhe e Monferrato
Può un territorio facente parte del Patrimonio Unesco diventare ancora più bello di come già la natura lo abbia disegnato? Verrebbe da dire di no, che in un paradiso come quello di Langhe, Roero e Monferrato, qualsiasi intervento migliorativo dell’uomo sarebbe un buco nell’acqua, ma quando l’arte lavora per aumentare la fusione tra un edificio e il territorio circostante, qualcosa di magico può accadere.
Una magia che è avvenuta qui, a Coazzolo, ma anche, come anticipato a La Morra e, più recentemente, a Santo Stefano Belbo, nella Cappella all’interno del Relais San Maurizio.