Vitigni campani: autoctoni e tipici

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Scopri le uve campane più tipiche da cui nascono gli imperdibili vini del Sannio, dell’Irpinia, del Vesuvio e di tutto il resto di questa regione per wine lovers
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Un vigneto, quello campano, che si estende per quasi 25.000 ettari, prevalentemente distribuiti su territori collinari. I vitigni nazionali sono i più diffusi, anche se non mancano quelli internazionali e alcuni importanti esempi di valorizzazione di vitigni autoctoni.

Vitigni della Campania: una panoramica

Il vitigno più coltivato è, senza dubbio, l’Aglianico, che interessa oltre il 30% del totale. I vini a base di uva Aglianico sono potenti e tannici, con note speziate, soprattutto quando vengono affinati in barrique o in botte grande.
Altri vitigno rossi coltivati sono il Sangiovese, Cabernet ed il Sauvignon, tralasciando quelli autoctoni di cui parleremo a breve.

Non mancano di certo i vini bianchi in Campania che possono contare su un patrimonio di vitigni molto variegato. Anche in fatto di uve bianche, tuttavia, la parte del leone è fatta dai vitigni autoctoni e dai così detti minori.

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Uve autoctone campane: un patrimonio immenso

Se ci fosse un premio per la regione che meglio valorizza i tanti vitigni autoctoni che coltiva, andrebbe quasi sicuramente alla Campania. Certo, la biodiversità di cui è dotato questo territorio è un dono divino, ma è l’uomo a trasformarlo in ottimi vini!

Tra i vitigni autoctoni rossi, troviamo il Piedirosso, un uva che, seppur difficile da coltivare, è molto diffusa nei dintorni di Napoli. Il Pallagrello Nero, lo Sciascinoso, il Casavecchia, la Guarnaccia e il Tintore sono uve che, indipendentemente dalle scelte del wine maker, riescono a donare un tocco di tipicità ai vini che concorrono a creare.

La vera sferzata di territorialità, però, è fornita ai vini dal patrimonio di uve bianche autoctone.
Il vitigno Fiano dà vita a vini di corpo, con sentori molti sofisticati in grado di stupire. La Falanghina, è il vitigno che ha portato il Sannio alla ribalta, con vini strutturati e inclini all’evoluzione, mentre il Greco, pur non essendo un’uva esclusivamente campana, offre espressioni peculiari nel Sannio e in Irpinia.

L’uva Coda di Volpe, pur essendo stato per lungo tempo utilizzato esclusivamente come spalla per altri vitigni come la Falanghina, oggi viene, sempre più spesso, vinificato in purezza, soprattutto nella provincia di Benevento.
L’Asprinio è generalmente considerato un vitigno minore, proprio per la sua antichità e per la sua limitata diffusione. Il Pallagrello Bianco, infine, è un vitigno che contribuisce ad ammorbidire vini a base Falanghina e solo raramente è vinificato in purezza.

Vitigni minori della Campania

Minori ma non meno meritevoli di essere conosciuti, questi vitigni sono in grado di raccontare meravigliose storie campane. Ecco un breve elenco:

  • la Biancolella d’Ischia
  • Il Caprettone
  • Il Catalanesca
  • Il Fenile
  • Il Forastera
  • La Pepella
  • Il Ripoli

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